
Nel panorama variegato del Jazz, “So What,” una composizione di Miles Davis dal suo album rivoluzionario Kind of Blue (1959), si distingue per la sua semplicità strutturale e la profondità espressiva. Il brano incarna l’essenza stessa dell’approccio modal jazzistico, dove le scale musicali, piuttosto che progressioni di accordi, guidano l’improvvisazione dei musicisti.
“So What” inizia con un riff memorabile, suonato dal sassofono tenore di John Coltrane e dal trombettista Davis. Questo tema, costruito su una progressione modale in Do minore/Dorian, crea un’atmosfera evocativa e suggestiva. La melodia, sorprendentemente semplice, lascia ampio spazio all’improvvisazione dei solisti, che si liberano dai vincoli tradizionali delle progressioni di accordi.
La sezione ritmica, composta dal contrabbassista Paul Chambers e dal batterista Jimmy Cobb, fornisce un supporto musicale solido e flessibile, permettendo ai solisti di esplorare le sonorità del brano con una libertà senza precedenti.
L’arrangiamento di “So What” è caratterizzato da due sezioni distinte: la prima in Do minore/Dorian, seguita dalla seconda in D minore/Dorian, creando un effetto di transizione delicato e suggestivo. L’improvvisazione dei musicisti si evolve gradualmente durante il brano, raggiungendo momenti di grande intensità emotiva.
La Genesi di “So What”
Miles Davis, alla fine degli anni ‘50, era in cerca di una nuova direzione musicale. Il bebop, con le sue intricate progressioni di accordi e velocità frenetiche, aveva dominato la scena jazzistica per un decennio, ma Davis sentiva il bisogno di esplorare nuove forme di espressione.
In questo periodo storico, il compositore George Russell stava sviluppando teorie musicali basate sulle scale modali, proponendo un approccio più libero e flessibile all’improvvisazione jazzistica. L’utilizzo delle scale modali permetteva ai musicisti di creare melodie complesse e suggestive senza essere vincolati dalle rigide strutture armoniche del bebop.
Davis fu affascinato dall’idea e decise di incorporare queste nuove teorie nel suo lavoro. “Kind of Blue” fu il frutto di questa ricerca, un album rivoluzionario che introdusse il mondo al jazz modale. “So What,” uno dei brani più celebri dell’album, divenne un inno del genere, ispirando generazioni di musicisti jazz a venire.
L’Eredità di “So What”
“So What” ha avuto un impatto profondo sulla musica jazz, aprendo la strada al nuovo stile modale che avrebbe dominato il panorama musicale negli anni successivi. La semplicità della melodia e la libertà espressiva dell’improvvisazione hanno reso il brano popolare sia tra gli appassionati di jazz che tra il grande pubblico.
Molti musicisti hanno reinterpretato “So What” nel corso degli anni, testimoniando la potenza e la bellezza eterna del brano. La composizione di Davis continua ad ispirare e a far riflettere su nuovi modi di pensare alla musica, aprendo le porte alla creatività e all’esplorazione musicale senza limiti.
Analizzando “So What”: Strumenti e Improvvisazione
Per comprendere appieno la magia di “So What,” è utile analizzare il contributo di ogni musicista:
-
Miles Davis: La sua tromba, con un timbro caldo e potente, guida l’improvvisazione del brano. Il suo stile è caratterizzato da fraseggi melodici diretti e una grande sensibilità ritmica.
-
John Coltrane: Il sassofono tenore di Coltrane dona al brano una sonorità intensa e spirituale. Le sue improvvisazioni sono spesso complesse e virtuosistiche, esplorando l’intero spettro sonoro dello strumento.
Musicista | Strumento | Contributo |
---|---|---|
Miles Davis | Tromba | Tema principale e improvvisazione |
John Coltrane | Sassofono tenore | Improvvisazioni intense e spirituali |
Cannonball Adderley | Sassofono alto | Improvvisazioni fluide e melodiche |
Bill Evans | Pianoforte | Accordi sussurrati e texture delicate |
Paul Chambers | Contrabbasso | Linea di basso solida e flessibile |
Jimmy Cobb | Batteria | Ritmo preciso e dinamico |
-
Cannonball Adderley: Il sassofono alto di Adderley aggiunge una dimensione melodica più leggera e vivace alle improvvisazioni.
-
Bill Evans: Il pianoforte di Evans crea un’atmosfera suggestiva con accordi sussurrati e texture delicate, contribuendo alla profondità emotiva del brano.
“So What” rimane oggi uno dei brani jazz più importanti e influenti di tutti i tempi. La sua semplicità melodica nasconde una complessità ritmica ed armonica che continua ad affascinare ascoltatori e musicisti di tutto il mondo.
Ascoltare “So What” è un’esperienza unica che trascende le barriere linguistiche e culturali, invitandoci a immergerci in un universo musicale ricco di emozioni, libertà creativa e bellezza sonora senza tempo.