“The Thing That Should Not Be” – Una traccia epica di death metal che fonde melodie ossessive con ritmi brutali e feroci

blog 2024-12-21 0Browse 0
“The Thing That Should Not Be” – Una traccia epica di death metal che fonde melodie ossessive con ritmi brutali e feroci

“The Thing That Should Not Be”, un pezzo iconico proveniente dall’album “Leprosy” del 1988 dei Death, è un vero e proprio monolitico di sonorità estreme. La traccia, longeva per i canoni death metal dell’epoca con oltre sei minuti, si distingue per la sua complessa struttura musicale e l’atmosfera cupa e claustrofobica che evoca.

Chuck Schuldiner, fondatore, chitarrista e voce principale dei Death, era un vero visionario del genere. Con “Leprosy”, ha portato il death metal a nuovi livelli di sofisticazione, introducendo elementi progressivi e melodie orecchiabili senza sacrificare la ferocia e l’aggressività caratteristica del genere.

“The Thing That Should Not Be” si apre con un riff di chitarra lento e minaccioso, accompagnato da un ritmo ipnotico della batteria. L’atmosfera è subito opprimente, come se ci trovassimo intrappolati in una dimensione oscura e misteriosa. La voce gutturale di Schuldiner entra in scena poco dopo, declamantando versi criptici che evocano immagini di creature ultraterrene e orrori cosmici:

“Whispering winds of the ancient domain Tell tales of a beast with no name

Queste parole, insieme all’accompagnamento musicale, creano un senso di inquietudine profonda. Il brano procede con cambi di tempo repentini e riff complessi, alternando momenti di calma apparente a esplosioni di brutalità sonora.

La sezione centrale presenta un assolo di chitarra furioso e memorabile, con Schuldiner che dimostra la sua maestria tecnica e la sua capacità di creare melodie anche in contesti musicali così estremi. L’assolo culmina in un crescendo di intensità, prima di lasciar spazio ad una fase finale più lenta e meditativa, caratterizzata da un riff di chitarra atmosferico e vocals che si fanno più gutturali e disperati.

La struttura della traccia ricorda quella di un viaggio attraverso un paesaggio onirico e terrificante.

Elementi chiave di “The Thing That Should Not Be”:

Aspetto Descrizione
Riff di chitarra Variabili, da lenti e minacciosi a veloci e brutali. Il riff iniziale è iconico e facilmente riconoscibile.
Batteria Precisione e potenza sono le parole chiave. Il batterista Bill Andrews contribuisce a creare un’atmosfera opprimente e frenetica.
Vocals Gutturale e aggressiva, con momenti di melodia nascosta tra le strofe più brutali.
Atmosfera generale Cupa, claustrofobica, inquietante. Evoca immagini di creature ultraterrene e orrori cosmici.

“The Thing That Should Not Be” è un brano essenziale per chiunque voglia approfondire la conoscenza del death metal. È una traccia complessa e coinvolgente, che dimostra la genialità di Chuck Schuldiner e il suo contributo fondamentale allo sviluppo di questo genere musicale.

Oltre al suo impatto musicale, “The Thing That Should Not Be” ha anche ispirato numerose opere artistiche, tra cui artwork per album di altri gruppi metal e illustrazioni da parte di artisti fantasy. La potenza evocativa del brano traspare anche oltre la sfera musicale, dimostrando l’abilità di Schuldiner di creare un mondo sonoro ricco di significati e suggestioni.

Ascoltare “The Thing That Should Not Be” è un’esperienza intensa e coinvolgente, che lascia un segno indelebile nell’ascoltatore. È una traccia che sfida i limiti del metal estremo e apre la porta a un universo sonoro oscuro e affascinante.

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